Il senatore della Lega Simone Pillon parla della sua posizione in merito all’aborto, in seguito alla sentenza della Corte Suprema.
Il senatore leghista Simone Pillon, notoriamente contro alcune battaglie per i diritti civili, come il matrimonio tra persone dello stesso sesso e l’aborto, è tornato a parlare dell’argomento in questione. Chiaramente, il dibattito è tornato a essere di primaria importanza in seguito alla decisione della Corte Suprema Usa di ribaltare la sentenza Roe vs. Wade di quasi cinquant’anni fa, negando il diritto all’aborto. Queste le parole del senatore.
Le parole del senatore leghista
“Preciso che quelle che seguono sono mie considerazioni personali – afferma oggi Pillon all’AdnKronos – Sul tema aborto dobbiamo considerare che 50 anni fa, quando fu pronunciata la sentenza Roe vs Wade, non avevamo a disposizione la tecnologia ecografica di oggi, e in Italia non c’erano le reti di protezione sociale sulle quali possiamo contare oggi”.
“Oggi sappiamo che quello non è un grumo di cellule, ma un bambino, perfetto, completo – dice il senatore leghista, che ricopre il ruolo di vicepresidente della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza al Senato – Un essere umano con un cuoricino che batte, manine, piedini, testolina, capace di ascoltare musica e di sorridere alla voce materna. Sento ossessivamente parlare di diritti delle donne: sono donne anche la metà dei nascituri. I loro diritti non contano?“.
Per Simone Pillon, “la nostra rete sociale potrebbe venire incontro alle esigenze di chi vive gravidanze difficili, sia sotto il profilo economico che per altre ragioni. Dall’assegno di maternità fino alle forme di sussidio più avanzate, senza dimenticare adozione e affido: tutto potrebbe concorrere al servizio della vita. Basterebbe volerlo”. Questo è il monito del senatore leghista.
Pillon parla anche dei numeri dell’aborto in Italia: “Dal 1978 ad oggi abbiamo perso a causa dell’aborto circa 6 milioni di connazionali, cui vanno aggiunti i figli che sarebbero nati da loro, che secondo recenti e autorevolissimi calcoli ammontano a circa 100mila ogni anno. Se si considera che l’immigrazione incide per soli 59mila nuovi nati, non possiamo che dar ragione a Feltri quando dice che la denatalità è anche colpa della legge 194. Pian piano però la mentalità sta cambiando. Ci vorrà tempo, ma son sicuro che tra qualche anno l’aborto di Stato sarà solo un brutto ricordo“.